Laboratorio Architettura e Urbanistica di Alessandro Braghieri

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Chiesa di Cristo Re

Genova  

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Progettazione 2007 - 2008, Esecuzione in tre lotti dal 2008 al 2016

 

Il progetto di cui alla presente riguarda la riqualificazione, l’adeguamento, l’ampliamento e la sistemazione del sagrato della Chiesa di Cristo Re, costruita nel periodo 1960-66 in un quartiere di espansione del ponente genovese. Non ultimata con le opere di finitura (quali pavimenti, intonaci e tinteggiature), gli impianti elettrico e di riscaldamento (molto deficitari), con gli “arredi sacri”, raffazzonati e inidonei alla funzione pratica e simbolica cui sono chiamati, in particolare i poli liturgici, e con le sistemazioni esterne, risultava brutta e non idonea per svolgere adeguatamente il proprio ruolo di chiesa qui e ora. Inoltre, mancava di una cappella, di dimensioni contenute, per la celebrazione delle liturgie feriali.

Il progetto ha quindi riguardato le opere edili ed impiantistiche di completamento della chiesa, l’illuminazione, i poli liturgici, il riordino dell’apparato iconografico e devozionale, la risistemazione della sacrestia e di altri locali di servizio, la realizzazione di un volume di ampliamento per la nuova cappella e la sistemazione del sagrato.

Per quanto riguarda il completamento della chiesa, si evidenziano il nuovo presbiterio e il pavimento dell’aula in lastre di Pietra di Modica e di Pietra luna che, di colore e lucentezza leggermente diverse, dividono l’aula in quattro settori mediante una grande croce disegnata sul pavimento che dialoga con il nuovo crocifisso, dato da una nuova croce di ns ideazione sulla quale è stato messo un Cristo ligneo di fine ‘300 appositamente restaurato (dal restauratore Nino Silvestri), appesa sopra all’altare per riproporzionare alla vista l’alto e stretto abside, riproporzionato anche dal rivestimento della parete di fondo con lastre di Pietra luna di siedici formati e tre finiture differenti composti secondo schemi ripetitivi ma apparentemente casuali. I poli liturgici: altare, ambone, sede e fonte battesimale, in Pietra Supai, hanno un disegno semplice che ricerca la nobile semplicità e verità delle cose. Nello stesso stile le acquasantiere e tutte le suppellettili disegnate.

La cappella feriale è data da un nuovo volume all’incirca parallelepipedo affiancato alla chiesa e a questa collegato mediante la parziale demolizione del muro esterno lato est, ma visivamente distaccato da questa mediante una “lamina di vetro” continua sui prospetti corti e sulla copertura, che fa entrare la luce naturale che illumina la cappella. La cortina muraria del definisce il volume è bucata da otto piccole aperture fortemente strombate nella direzione dell’altare che, di diverse dimensioni e posizione, rappresentano la traduzione transemiotica di un brano di G.F. Händel dedicato a Cristo Re, cui è titolata la chiesa. Il piccolo spazio è valorizzato dal pavimento in Pietra di Modica e dalla finitura delle pareti in stucco alla veneziana, spatolato lucido, su cui alla mattina il sole riflette una preghiera a Maria ritagliata (con “font” di ns ideazione) sulle “celade” in ferro che proteggono le finestre più basse. All’esterno il piccolo volume è impreziosito sia dalle strutture portanti a vista (una lunga e alta trave in c.a. retta da pilastri tondi in acciaio di colore verde esterni al volume), sia dal rivestimento, che ripete quello del muro di fondo dell’abside della chiesa, con raffinati dettagli in corrispondenza delle finestre.

Il tabernacolo, collocato tra la nuova cappella e la chiesa è opera dello scultore Luca Cavalca.

L’interno è completato da un calibrato impianto di illuminazione progettato da Targetti Lightning per la chiesa e dalla light designer Mirella Vivioli, con apparecchi Herco, per la cappella.

 

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